Muore Emanuele Pirella

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    Non mi ha mai entusiasmato particolarmente, ma per molti è sicuramente stato un modello.

    da Repubblica

    Addio a Emanuele Pirella
    Una vita tra satira e pubblicità

    Fu autore di celebri campagne, dal "10 e Lode" della banana Chiquita a "Nuovo? No! Lavato con Perlana". Insieme a Tullio Pericoli, ideò "Tutti da Fulvia il sabato sera", la strip de La Repubblica del sabato. Fondò una scuola per giovani talenti



    ROMA - E' morto a Milano Emanuele Pirella, veterano della pubblicità italiana e guru della creatività, fondatore e presidente dell'agenzia pubblicitaria Lowe Pirella Fronzoni e della "Scuola di Emanuele Pirella". Originario di Reggio Emilia, dove nacque nel 1940, Pirella era malato da oltre un anno. E' stato grande pubblicitario, giornalista e autore di satira, in coppia con il disegnatore Tullio Pericoli. In campo pubblicitario fu autore di celebri campagne, come quella per la banana Chiquita il cui slogan, "Dieci e lode", entrò nella storia della pubblicità italiana. Suo anche il lancio del quotidiano La Repubblica, per il quale creò, sempre insieme a Pericoli, la strip del sabato: "Tutti da Fulvia sabato sera".

    I suoi progetti per il 2010, dedicarsi completamente alla "sua" scuola: non semplicemente un'agenzia, ma anche un laboratorio-incubatrice di nuovi talenti. Il suo, di talento, non ci mise molto a venir fuori. Dopo aver studiato alla facoltà di Lettere Moderne a Bologna, ancora giovanissimo Pirella si trasferì a Milano con la speranza di intrufolarsi in una casa editrice o in un'agenzia di pubblicità. E così avvenne: nel 1965 entrò nell'agenzia CPV, poi fu la volta della Young&Rubicam.

    E la sua scuola ora gli rende omaggio con un lungo e commosso ricordo. "Per chi l'ha conosciuto, per chi ci ha lavorato a stretto contatto per anni o anche solo per un breve periodo della sua vita, Emanuele Pirella resterà un punto fermo. Come il famoso 'punto Pirella', che doveva chiudere per forza anche il più breve dei titoli creati dall'agenzia. Altrimenti, raramente, si arrabbiava. Ciao, Emanuele".


    "La parola 'pubblicitario' - si legge nel ricordo della Scuola - è qualcosa di estremamente riduttivo per definire Emanuele Pirella: lui ha certamente creato campagne di successo, diventate veri e propri fenomeni di costume. Il suo tratto più evidente è stato però quello di aver saputo mescolare in modo originale professione e cultura, portando nella pubblicità uno sguardo ironico e intelligente e rendendo così questo mestiere più amato e anche molto più rispettato da tutti".

    '''Vado a lavorare da Pirellà è stata negli anni una frase che giovani pubblicitari - continua la lettera-ricordo - hanno più volte detto con orgoglio ai propri colleghi, come il rivendicare il privilegio di far parte di un gruppo scelto. Questi giovani, diventati con il tempo un pò meno giovani, hanno poi portato in altre agenzie uno stile riconoscibile, asciutto e insieme sorridente come era Emanuele".

    Come direttore creativo dell'Agenzia Italia/BBDO, fondata nel 1971 con Michele Göttsche e Gianni Muccini, Pirella ideò alcune delle campagne più note e aggressive degli anni Settanta, dai "Jesus Jeans" ("Non avrai altro jeans all'infuori di me. Chi mi ama mi segua") al tormentone di "Nuovo? No! Lavato con Perlana". Nel 1981 fondò, sempre con Michele Göttsche, la Pirella Göttsche, diventata poi Lowe Pirella Fronzoni. Si devono a lui, tra le molte idee, il celebre slogan "O così o Pomì" e campagne innovative come quella con il veterinario dell'amaro Montenegro e dei tortellini sponsorizzati da Giovanni Rana in persona: il padrone dell'azienda che diventa protagonista dello spot veicolando con il suo volto un forte messaggio di fiducia e vicinanza al marchio.

    Con la sua agenzia ha ricevuto numerosi "Leoni" al Festival di Cannes: di Bronzo nel 1997, d'Oro nel 1998, poi Bronzo nel 1999, Argento nel 2000 e ancora Bronzo nel 2002. Come autore di satira, in collaborazione con Tullio Pericoli, ha lavorato, oltre che per La Repubblica, per L'Espresso, Linus e il Corriere della sera. Si occupò anche di una campagna per Panorama: un'idea che lui stesso definì "open", in cui si lasciava che i viaggiatori completassero dei manifesti affissi in metropolitana. Per L'Espresso, ha curato la rubrica di recensioni televisive vincendo nel 2000 il Premio Flaiano.

    (23 marzo 2010)

    Qui alcune sue pubblicità

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