Esercito S.p.A.

Dal DODICESIMO NUMERO dell'Alternatore

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  1. Ste the Engineer
     
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    Esercito S.p.A.

    Leggendo L’espresso del 22 dicembre ho scoperto che nella finanziaria 2010 è prevista la sostanziale privatizzazione del Ministero della Difesa.
    Si tratta di un vero e proprio blitz: nell’articolo 23 si legge che tutta l’attività amministrativa, non strettamente correlata all’attività operativa delle Forze Armate, nonché la valorizzazione, la gestione degli immobili militari e la stipulazione di contratti di sponsorizzazione, viene affidata all’azienda privata Difesa Servizi Spa.
    Gli articoli relativi alla creazione ed organizzazione dell’azienda sono stati aggiunti in fretta e furia alla finanziaria senza dare alcuna possibilità al Parlamento di discuterne.
    Ma che cos’è Difesa Servizi Spa? Chi l’ha voluta? Qual è la sua effettiva utilità?
    L’ Spa è stata fortemente voluta dal ministero della difesa Ignazio La Russa che nominerà i consiglieri d’amministrazione e avrà l’ultima parola anche sulla nomina dei dirigenti.
    Certo ormai la privatizzazione è una pratica diffusa; nei comuni sono anni che assistiamo alla nascita delle municipalizzate, e da un certo punto di vista la decisione del Ministro della Difesa di affidare un incarico specifico come la gestione degli immobili e le sponsorizzazioni ad un’azienda competente è apprezzabile.
    Ciò che preoccupa non è la privatizzazione in sé, ma la sua scarsa trasparenza.
    Gli articoli della finanziaria infatti lasciano aperte tutta una serie di questioni tecniche che dovranno essere risolte attraverso i decreti attuativi.
    Le questioni non chiarite non sono certo poche: quanto capitale dovrà amministrare l’azienda, come verranno investiti i guadagni e soprattutto a chi dovrà rendere conto?
    Nella finanziaria non c’è scritto niente riguardo agli organismi di controllo eppure il capitale amministrato è pubblico, quindi sarebbe opportuno che il Parlamento e l’opposizione venissero messe a parte delle decisioni e del bilancio.
    Riguardo i dirigenti poi, se dovessero dimostrarsi degli incompetenti, ci sarà la possibilità di rimuoverli dal loro incarico o tutto sarà deciso dal Ministro, quindi in base a logiche di spartizione politica?
    L’altra grande questione è l’effettiva utilità di questa privatizzazione: era proprio necessario creare un’azienda dal nulla per commercializzare i marchi della Marina e dell’Aereonautica?
    Queste operazioni ormai vengono fatte da qualsiasi ufficio marketing, basti pensare che la Marina ha appena pubblicato un bando per mettere all’asta lo sfruttamento della sua insegna o che a Venezia il Demanio militare si è occupato della vendita al Comune del Forte Marghera.
    Quindi, se il Ministero si occupa già della normale attività amministrativa, a cosa stiamo assistendo?
    La Difesa Servizi Spa avrà il compito di sostituire gli organismi preesistenti o d’integrarli ?
    Se così fosse le Forze Armate non se lo potranno permettere perché la nuova holding arriverà a spendere tra i 3 e i 5 miliardi e con i tagli imposti dal Ministro Tremonti, oltre 2,5 miliardi in tre anni, non ci saranno le risorse necessarie.
    Nella situazione attuale c’è bisogno anche delle briciole per garantire l’efficienza di missioni ad alto rischio come quella in Afghanistan.
    Se l’obbiettivo fosse invece la sostituzione degli organismi preesistenti, la situazione sarebbe addirittura peggiore perché saremmo di fronte al tentativo di smantellare lo Stato.
    Pensate ad un futuro in cui l’amministrazione della Difesa, della Scuola e della Salute sarà interamente in mano a delle holding private gestite da dirigenti di nomina governativa.
    In un futuro simile verrebbe meno la regola fondamentale della democrazia, cioè la partecipazione e il controllo della rappresentanza popolare eletta in Parlamento.

    FONTI: L’espresso 22/12/09, legge finanziaria 2010


    di UGO ZORZETTO
     
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0 replies since 18/2/2010, 14:42   165 views
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