L'allegoria della Giustizia

Dal DODICESIMO NUMERO dell'Alternatore

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  1. Ste the Engineer
     
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    L’allegoria della giustizia

    L’allegoria della Giustizia è raffigurata come una donna bendata che impugna la spada e una bilancia.
    La spada per punire i malvagi, la bilancia per ponderare con equità : la sintesi di ciò che per tutti la Giustizia rappresenta.
    È ormai da parecchi mesi che molti esponenti del Governo sostengono che la Giustizia italiana sia malata.
    E hanno ragione. La giustizia in Italia sta male, soffre. Ma i rimedi da mettere in atto non sono certo quelli da loro proposti.
    Il ministro Brunetta spara ad alzo zero sui magistrati “casta di fannulloni” e promette tornelli. Eppure, dati alla mano, emerge che ogni magistrato italiano smaltisce, in media, 411,33 procedimenti civili e 181,09 penali all’anno. Se poi allarghiamo il confronto con il resto dell’Europa, si nota come i nostri magistrati concludano in media il doppio dei colleghi francesi, spagnoli, portoghesi e cinque volte i processi smaltiti in Germania.
    È vero che non si troveranno mai magistrati in ufficio il pomeriggio, ma non perché siano sfaticati; semplicemente perché come ogni ufficio statale, il pomeriggio è chiuso! Nei tribunali, infatti, dopo pranzo non c’è personale amministrativo (cancellieri, segretari) necessari per celebrare processi civili (cioè la maggior parte di processi). Di conseguenza il buon magistrato è costretto a stare a casa, a scrivere le sentenze e a leggersi perizie in ciabatte.
    Inoltre, a chi sostiene che nel belpaese ci siano troppi magistrati e che siano strapagati, si può agevolmente ricordare che in proporzione alla popolazione abbiamo 14,8 magistrati ogni 100 mila abitanti, all’incirca la stessa densità di Francia e Spagna ma inferiore a tutti gli altri paesi europei: Germania (30,7), Grecia (33,1), Portogallo (29,9).
    Per quanto riguarda i salari, se escludiamo i giudici inglesi che guadagnano delle cifre veramente consistenti (da 140.000 € a inizio carriera fino a più di 250.000 € a fine carriera), gli emolumenti percepiti a inizio carriera da un magistrato italiano tipo sono circa 37.454 euro lordi l'anno (stipendio in linea con i colleghi francesi e portoghesi, inferiore a quello degli spagnoli) mentre solo alla fine della carriera la somma si alza fino a superare quella degli omologhi europei (ma senza nemmeno mai sfiorare le ricchezze guadagnate dai britannici). Se le cifre vi danno nausea ecco uno schema efficiente.

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    Se poi vogliamo anche andare a spulciare tra i volumi di incombenze entranti e quelle smaltite (vedi grafico) si nota che, rispetto ad altri paesi, il volume di procedimenti è tra i più alti e di anno in anno il flusso di cause in ingresso è superiore ai processi conclusi.


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    Calcolando il numero delle sopravvenienze civili e penali, si ha che in Italia ogni giudice riceve 438,6 incombenze civili di 1° grado. Un volume due volte superiore rispetto a Belgio, Francia e Spagna, 8 volte superiore alla Germania (54,86), 17 volte superiore ai paesi scandinavi. Per quanto riguarda i procedimenti penali ogni giudice italiano riceve 190,7 casi, due volte il numero di pendenze che spettano ai colleghi francesi e inglesi, quattro volte superiori ai colleghi tedeschi (42,41), dodici volte rispetto agli austriaci.
    Credo sia evidente come i magistrati italiani siano i meno numerosi d’Europa, i più oberati di lavoro e che non ricevano salari principeschi come si millanta.
    Ma ciò che allarma gravemente la categoria, oltre alla corsa allo sfascio del sistema ad opera del Governo in carica, è la crisi di “vocazioni”. Per rendere un’idea è sufficiente citare i dati dell’ultimo bando di concorso: su 197 posti da PM disponibili, 116 sono rimasti scoperti.
    La maggior parte degli uffici giudiziari lamenta carenze di personale amministrativo: ciò contribuisce ad ingolfare la macchina della giustizia già gravata da un volume di incombenze sproporzionato. Ma non finisce qui.
    Molte procure, da nord a sud, hanno posti di sostituto procuratore vacante e si teme che in futuro verranno chiuse perché non ci sarà più nessuno ad indagare. Un’ombra inquietante si allunga sul destino di questi presidi dello Stato: molti si trovano in territori “caldi” (come Sciacca, Mistretta o Enna). Soffrono perfino procure importanti (come Palermo, Catania, Caltanissetta trincee di prima linea nella guerra alla mafia; ma anche Verona e Venezia) nelle quali diversi uffici sono desolatamente vuoti.
    Se il Governo intende per riforma della giustizia assestare la mazzata finale a un sistema già scricchiolante e con avvisaglie di paurosi cedimenti, non deve faticare molto. I progetti di legge in esame alle camere vanno in questa direzione. Chissà cosa rimarrà di Madame Giustizia dopo che le avranno rubato la spada e spaccato la bilancia.

    Equa lance cuncta librat Con equa bilancia pesa tutte le cose
    perfecta iusticia la perfetta giustizia
    coronando bonos mentre corona i giusti
    vibrat ensem contra vicia vibra la spada contro i vizi



    Elenco Persone ed Oggetti Smarriti:
    Ma dove saltano fuori tutti i dati citati in questo articolo? Lo spunto proviene da questo interessante pezzo di Antonello Caporale (www.repubblica.it/2006/a/rubriche/p...autodifesa.html) ma ciò non mi assicurava che i numeri fossero oggettivi e non frutto della fantasia del già citate toghe rosse. Quindi mi sono fatto forza e ho scritto al giornalista chiedendo dove potevo trovare riscontri. Ebbene i dati sono disponibili in rete a cura del CEPEJ (European Commission for the Efficiency of Justice), “noto organismo di parte”.
    Ho trovato e scaricato il report 2008 riferito a dati 2006, trecento pagine in inglese. Immasticabili se non fosse stato per i numerosi grafici che aiutavano la trovare più rapidamente le sezioni utili all’articolo. Ho rielaborato alcune tabelle, spero vi abbiano aiutato a capire.
    La dotta citazione invece è leggibile al di sotto dell’allegoria della Giustizia ad opera di Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova. Merita una visita.
    Infine i dati sullo stato delle Procure della Repubblica provengono da un articolo apparso nel numero di dicembre di Linus (“L’abolizione della giustizia” di Walter Molino, con dati tratti da uno studio di Magistratura Democratica).
     
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0 replies since 18/2/2010, 14:25   1887 views
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