IERI ULISSE, OGGI PARIS H.

dal SETTIMO NUMERO dell' Alternatore

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  1. * gIoRgInA *
     
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    Molti anni ormai sono passati da quando l’uomo non deve più sopravvivere alle insidie della foresta tra inganni e bestie feroci.
    Si è evoluto,si è civilizzato e si è costruito una società che, in qualche modo, rappresenta in tutto e per tutto i problemi della vita primitiva.
    Per sopravvivere ha dovuto dare risposta alle sue grandi domande e placare i suoi incubi.
    Sin dall’antichità si è creato un Dio a cui credere, chiedere e sperare, ma soprattutto per placare la sua più grande angoscia: la solitudine.
    Cominciò successivamente ad aggregarsi in “branchi” per sentirsi più forte e più potente.
    In questi gruppi di persone però alcuni, forse i più terrorizzati, cominciarono a prevalere su altri dimostrando come loro fossero migliori.

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    I sottomessi non opposero molta resistenza perché l’esistenza di questi personaggi creava in loro una sensazione di protezione. Quando i primi capirono questo meccanismo compresero il potere enorme che avevano tra le mani. Il popolo avrebbe fatto qualunque cosa per sentirsi al sicuro ed avere una via da seguire. Questo processo fu analizzato molto dettagliatamente da Machiavelli ne “Il principe” nel quale esponeva come bastasse dare alla gente poche risposte e uno scopo per cui vivere per poterla gestire senza rivolte.
    Nell’arco della storia sono stati scritti dei “libri-guida” fari di molte generazioni.
    La Bibbia e il Corano, ad esempio, sono testi religiosi nati per dare all’umanità la via giusta da seguire.
    L’Iliade e l’Odissea lo erano invece per gli antichi greci, testi in cui veniva esaltato l’amore per la guerra e per la patria e valori come l’onore e l’amicizia tra grandi eroi.
    Scritti e trasformati in miti, probabilmente per persuadere la popolazione ad arruolarsi e combattere per la propria patria.
    Possiamo riscontrare questo meccanismo dell’enfatizzazione delle milizie e del mito della guerra come pubblicità all’arruolamento in più epoche storiche.
    La si nota nell’antica Roma nelle grandi parate delle legioni, nei miti dei cavalieri o più recentemente nel fascismo nel quale sin da piccoli i bambini venivano cresciuti con “credere obbedire, combattere” e “libro e moschetto fascista perfetto”.
    Se presi sin dalla giovane età è molto più facile insegnare agli uomini del domani in cosa dovranno credere (i figli della lupa, giovani balilla…)
    Nella prima metà del 1900 in Italia e in Germania si propagò un altro ideale che portò molti danni all’umanità:il mito della razza superiore.
    Vedendo gli ebrei come una minaccia questi stati (e altri successivamente) hanno instaurato nell’ideologia comune la loro inferiorità per creare uno status in cui la popolazione poteva riconoscersi (la razza ariana) e un nemico comune contro cui combattere.

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    Così si passò alla ghettizzazione e ai lager.
    Oggi ufficialmente non ci sono più prigioni per motivi di specie.
    Le grandi divisioni dei giorni d’oggi sono: magri e grassi, belli e brutti, ricchi e poveri….miti diversi uno stesso scopo emarginare il diverso.
    Lo si vede in continuazione: chi non è secondo i canoni non può sperare di vivere una vita perfetta ovvero quella pubblicizzata dalla televisione.
    Le madri chiamano i figli con i nomi dei miti dei media nella speranza che possa aiutarli ad avere una vita simile alla loro (un po’ come durante il fascismo che tutti chiamavano il figlio Benito).
    Fin da piccoli ci sono discriminazioni. I bambini guardano i vestiti e i giocattoli degli altri per definire se sono giusti o sbagliati.
    Infanzie problematiche per continue prese in giro, adolescenti in depressione emarginati per pochi chili di troppo, ragazzi che, nei casi più gravi, cadono nel lager dell’anoressia.
    Tutto per colpa di canoni impossibili imposti dalla società d’oggi.
    C’è perfino chi approfitta di tutto ciò creandone un business: aziende farmaceutiche con pillole dimagranti e chirurghi plastici sono sempre più pagati allo scopo di ricevere la speranza di somigliare, almeno per un po’, ai miti dei giorni nostri.
    Forse un giorno finiremo come il film “La fabbrica delle mogli” in cui metteranno un microchip nella nostra testa per renderci il prodotto perfetto oppure finiremo per stufarci e ribellarci a queste idee indotte.
    Ma chi veramente vorrebbe uscire da questo mondo di ideali imposti e sicurezze gestite dall’alto?
    Si potrebbe paragonare questa situazione al film “Matrix” in cui la realtà in cui viviamo è generata da un programma prestabilito.
    Finché continueremo ad accettare la manipolazione delle nostre idee per paura o per pigrizia non potremo mai avere veri ideali, vere idee… un vero nostro pensiero.


    di LICIA, 19 anni, abitante di Mestre, studente all' ITIS Zuccante, futura studentessa di Ingegneria a Torino, nonchè giornalista de L' Alternatore.
     
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0 replies since 19/7/2009, 09:15   97 views
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