LA FINTA POLITICA (E I FINTI POLITICI)

dal SETTIMO NUMERO dell' Alternatore

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    “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”
    Costituzione Italiana, Art. 3.



    Tra un po’ di mesi potrebbe essere molto facile trovare negli orari del comune di Milano nuove indicazioni per capire come i passeggeri devono essere suddivisi per affrontare il viaggio in Tram, Metro o autobus. Non si impara mai abbastanza da questi politici sempre indaffarati a difendere i nostri diritti e a migliorare la qualità della nostra vita. Il vice segretario della Lega, Matteo Salvini, ha deciso di specializzarsi nel risolvere i problemi del trasporto pubblico, o per lo meno ha cercato di farlo in modo efficiente e efficace (a suo modo). Ci ha pensato ore, giorni, forse anche qualche notte senza dormire e poi è arrivato a questa conclusione: “Riserviamo i posti ai residenti”.

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    Concludendo il suo comizio con: “ Se non poniamo un limite all’immigrazione arriveremo a questo”. Se la prima parte del discorso poteva essere considerato come una possibile soluzione a un certo tipo di disagio, la conclusione della frase conferma ancora una volta il sentore razzista che alcune proposte della Lega trasmettono a tutto il popolo italiano. Siamo in presenza di una reazione sproporzionata che vede i problema dell’immigrazione come il male assoluto, contro cui spendere tutte le proprie forze, anche a costo di suscitare polemiche, di stralciare punti della Costituzione, superando l’etica, il rispetto verso la razza umana, verso ogni cittadino italiano. Residente o straniero, castano o moro, bianco o nero. Il problema che si pone è sempre quello della xenofobia, del rifiuto verso qualcosa di diverso che avvertiamo come il vero problema quando in realtà siamo noi che non riusciamo ad essere lucidi ed obbiettivi.
    Se anche i problemi del trasporto pubblico a Milano sono di responsabilità degli immigrati, degli extracomunitari, dei rom siamo giunti ad un punto di non ritorno. Puntiamo il dito contro chi alla fine non si può difendere, chi in questo momento più che mai viene odiato. Un sentimento che mina la nostra democrazia, il nostro quieto vivere. Che va contro i principi base della Costituzione italiana. Non c’è dogma religioso che tenga. Non c’è idea politica contorta che possa superare e scavalcare quanto dice la nostra carta costituzionale.

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    L’idea di riservare i posti ai residenti è un modo per espandere il problema invece di risolverlo. Mettere la polvere sotto al tappeto, per rendere l’idea. Invece di pensare a rafforzare la linea della Metro, aggiungendo una corsa, evitando di progettare fatiscenti strutture che possono contenere pochissimi posti, si cerca la soluzione che può essere più stravagante, più esaltata dagli elettori. Una politica basata su queste piccolezze, su queste pessime e finte battute non può portarci molto lontano. Magari diminuendo le auto blu, facendo si che anche i politici possano iniziare a pagare i trasporti pubblici si potrebbe già iniziare a migliorare il tutto. A differenza di quella del vice segretario le mie provocazioni sono del tutto legittime. Non vanno contro nessun tipo di Costituzione e vogliono risolvere il problema seriamente. Altrimenti restiamo sempre fermi ed immobili, ci chiudiamo in noi stessi. Pensiamo al gossip, ai divorzi, alla finta politica di una casta sempre più protetta e sempre meno decisa a lasciare posto ai giovani, che sempre più pensa solo ai suoi interessi. Quindi nell’attesa che le “battute” o provocazioni leghiste la smettano di offendere la dignità e l’intelligenza delle persone prepariamoci al peggio. L’immigrazione deve essere controllata, ma bisogna assolutamente evitare di far diventare l’Italia un paese razzista. L’odio verso qualcosa di diverso potrebbe portare delle situazioni abbastanza sgradevoli per non dire catastrofiche.

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    E io che oggi indosso una maglia verde mi preparo a salire sulla quinta carrozza del treno. Non sia mai che passi il controllore e mi trovi in quella riservata a chi indossa una camicia hawaiana, o a chi deve avere necessariamente i capelli castano-biondi. La multa potrebbe essere salata.


    di STEFANO MASIERO
     
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0 replies since 19/7/2009, 08:34   71 views
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