LA CADUTA DEI MIEI PALETTI

dal SESTO NUMERO dell' Alternatore

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  1. * gIoRgInA *
     
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    “Ecco, si può sperare che l'omofobia diventi questo: un repertorio di innocui stereotipi che pochi imbecilli prendono sul serio, mentre tutti gli altri ci giocano”

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    Un invito a cena, tante idee e molta paura di non essere all’altezza della situazione. Così è iniziata la mia breve avventura mensile per scrivere l’articolo sull’omosessualità e sul mondo che circonda le persone omosessuali. Ho avuto la fortuna di conoscere delle persone nel mio ambiente di lavoro che mi hanno fatto comprendere come sia del tutto infondato il timore che nutriamo nei confronti delle diversità. Come sia una grandissima idiozia pensare che in questa parte di universo ci possiamo distinguere per razza, religione o tendenze sessuali. Bisogna infatti domandarsi chi siamo noi per giudicare un uomo o una donna che provano un forte sentimento verso una persona del loro stesso sesso. Perché devo giudicarla per questo e non per la sua intelligenza, per la sua prestanza atletica nello sport o perché svolge in maniera impeccabile il suo lavoro? Fondamentalmente anche io inizialmente avevo ancora chiara la mia posizione riguardo queste banali domande che molto spesso non ci poniamo.

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    La mia intervista inizialmente voleva capire perché buona parte delle persone omosessuali votassero destra. E io stesso quindi avevo commesso l’errore di considerarli un settore, una parte di popolazione che va capita e considerata in maniera diversa. Ma non deve essere così. È il problema della ghettizzazione, della finta integrazione che crea dei problemi enormi, con circoli viziosi senza una fine. Non è possibile che il 90% delle persone omosessuali siano ghettizzate nel loro magico mondo, nei loro locali, nei loro posti dove si possono divertire. Potrebbe esserre interessante riuscire a creare degli spazi comuni, delle feste comuni. Perché mai ci devono essere feste per sole persone omosessuali? È una forte contraddizione verso quella conquista di diritti principalmente giuridici che buona parte di essi vorrebbero vedersi riconoscere. Però con un po’ di malizia e di critica posso certamente affermare che non si possono chiedere diritti, riconoscenze e integrazioni se tu per primo non ti metti di fronte al problema stesso della ghettizzazione, e come una persona diversa ti nascondi e crei tuoi eventi personalizzati, tuoi locali, tue discoteche promiscue dove divertirti ( uno dei lati oscuri del mondo omosessuale sono le cosiddette dark room, luogo di promiscuità dove poter consumare dei rapporti sessuali al buio con persone sconosciute). Continuando la conversazione infatti è emerso come molto spesso questo rinchiudersi in se stessi e non avere dei veri e propri valori sia la netta divisione tra chi realmente crede di poter integrarsi e vivere la propria vita senza nascondersi, e chi invece è convinto che stare nel proprio paradiso omosessuale sia l’unica soluzione al problema. Di certo non possiamo pensare di risolvere in pochissimo tempo questa grande violazione dei diritti delle persone che non devono per nulla al mondo essere giudicate per un amore considerato dalla Chiesa Cattolica “contro natura”. Chi ha deciso che è contro natura? Chi mai può essere così certo da definire l’amore tra due persone dello stesso sesso contro natura? Una riflessione approfondita e sentita di questo problema mi ha permesso di capire come noi, persone eterosessuali, siamo piene di pregiudizi anche quando pensiamo di non averne. Siamo sempre in difficoltà quando ci troviamo di fronte qualcosa che non è uguale e identico a noi, abbiamo paura e quindi lo accettiamo sì, ma con qualche riserva e mantenendo sempre una certa distanza. Non bisogna assolutamente cadere nella tentazione di puntare il dito contro questa diversità, dobbiamo avviare quell’integrazione totale che non sia solo di facciata, come molto spesso accade, ma sia anche il comprende che la loro situazione è assolutamente uguale dalla nostra. Come molto spesso accade, non dobbiamo pensare il contrario. L’amore contro natura non esiste. Così come la ghettizzazione o il terrorismo di fragili genitori che non accettano la situazione del proprio figlio\a. Un po’ alla volta cerchiamo di superare questi paletti che molto spesso ci poniamo davanti per motivi religiosi, politici o per pregiudizi. Non giudichiamo le persone per cosa fanno a letto. Altrimenti trionferebbe ancora una volta la banalità in questo piccolo e fragile mondo.


    P.s: si ringrazia il ristorante Masnadieri per l’ottima cena servita.
    P.p.s: ringrazio personalmente Daniele Geremia per l’aiuto in quella fantastica serata.


    Stefano Masiero
     
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  2. fiertel91
     
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    Perché la comunità gay in gran parte voti destra? Prima sarebbe da dimostrare, almeno statisticamente, il fenomeno: io non confermo questa tendenza. E sarebbe anche da chiedersi perché gran parte degli italiani faccia lo stesso.

    Perché la comunità gay si astragga dal mondo in eventi, locali e feste esclusive? Per entrare a contatto con le persone con cui condividono l'omosessualità. Alcune vogliono vivere la loro sessualità (non in termini di attività) più fortemente, avere la propria compagnia omosessuale, conoscere nuove persone. Come ogni "categoria" (uscendo dal politically correct) fa. Perché i locali, come lo stesso Berto, ospitano generalmente lo stesso genere di persone? Non è anche quella una ghettizzazione? Penso sia soltanto un vivere più fortemente la propria identità.

    Le dark room? I locali che le ospitano sono generalmente rivolte ad una clientela maschile. E i gay maschi sono innanzitutto maschi. Quindi hanno la stessa pulsione sessuale degli etero maschi. Immagina la stessa pulsione alla seconda (maschio con maschio), e saprai motivarti l'esistenza di certe, apparenti, stranezze. A questo s'aggiunge anche tutto il contesto sociale, come eventuale sessualità non dichiarata.

    Per quanto riguarda il "contro natura", t'assicuro che certi scellerati irrazionali non abbandoneranno mai il fantomatico diritto naturale, così come il diritto divino: farlo necessiterebbe di una troppo sviluppata razionalità.
     
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  3. stefano_sponsor
     
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    L'articolo si basa su un'intervista fatta a due persone omosessuali
     
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  4. fiertel91
     
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    CITAZIONE (stefano_sponsor @ 2/12/2009, 13:27)
    L'articolo si basa su un'intervista fatta a due persone omosessuali

    E con questo? :blink:
     
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  5. stefano_sponsor
     
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    è la semplice opinione vissuta da due persone.
     
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  6. fiertel91
     
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    E io ho risposto in merito :():
     
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  7. stefano_sponsor
     
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    CITAZIONE
    Perché la comunità gay si astragga dal mondo in eventi, locali e feste esclusive? Per entrare a contatto con le persone con cui condividono l'omosessualità. Alcune vogliono vivere la loro sessualità (non in termini di attività) più fortemente, avere la propria compagnia omosessuale, conoscere nuove persone. Come ogni "categoria" (uscendo dal politically correct) fa. Perché i locali, come lo stesso Berto, ospitano generalmente lo stesso genere di persone? Non è anche quella una ghettizzazione? Penso sia soltanto un vivere più fortemente la propria identità.

    Però allo stesso tempo non si possono chiedere più sforzi di integrazione se gli tessi omosessuali si ghettizzano in modo volontario.
     
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  8. fiertel91
     
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    CITAZIONE (stefano_sponsor @ 3/12/2009, 13:06)
    Però allo stesso tempo non si possono chiedere più sforzi di integrazione se gli tessi omosessuali si ghettizzano in modo volontario.

    La ghettizzazione si fa in altri modi. Non è certo trovarsi con persone del proprio tipo volontariamente che una persona si ghettizza. E' quando cerca di farlo altrove ma gli viene negato.
     
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  9. stefano_sponsor
     
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    no ghettizzazione vuol dire rifiutarsi di andare in posti che non siano frequentati esclusivamenteda omosessuali
     
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  10. T A F
     
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    CITAZIONE (stefano_sponsor @ 4/12/2009, 00:34)
    no ghettizzazione vuol dire rifiutarsi di andare in posti che non siano frequentati esclusivamenteda omosessuali

    io capisco benissimo questo tipo di scelta (a parte il fatto che non credo sia fatta poi da molti..)
    cercare la ghettizzazione (in qualsiasi forma) risponde a 2 bisogni:
    • non sentirsi i "soli" in quel modo
    • sentirsi a proprio agio in una comunità (o "ghetto") che non viene accettata a pieno dalla soietà..

    quindi, dal mio punto di vista, anche ammesso che si cerchi la ghettizzazione (termine, perdonatemi, orrendo) lo si fa comunque in risposta ad un rifiuto di integrazione dato da "quelli normali".

    ho fatto un discorso generico.. perchè credo che gli omosessuali, forse, sono quelli che meno cercano tale situazione..

    ci sono cose come la little italy, china town, ecc.. ma mai sentito parlare della gaycity :D
     
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  11. GrayP
     
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    mi spiace contraddire ma sembra proprio che la
    città-gay esista, anzi esistano. Sarà un'operazione immobiliare e commerciale ma ...forse risponde ad esigenze reali
    concordo comunque con l'idea che ghettizzazione è una condizione imposta che si è costretti a subire mentre la ricerca di posti e luoghi dove incontrare persone simili risponde ad esigenze di identità e riconoscimento di sè, certamente più forte quando si è minoranza.
     
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10 replies since 18/7/2009, 06:20   135 views
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