QUARTO POTERE: TRA CINEMA E REALTà

dal TERZO NUMERO dell' Alternatore

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    ‘’Appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto Potere.’’
    François Truffaut


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    Orson Welles, il bambino prodigio, era cresciuto leggendo i libri di Shakespeare e partecipando a opere teatrali e trasmissioni radiofoniche di rilevante importanza, tanto da diventare uno degli artisti più poliedrici del Novecento. Nel 1938, nello spettacolo radiofonico ‘’La guerra dei mondi’’ (da non confondere con il romanzo di H.G. Wells), aveva scatenato il panico in buona parte della popolazione americana convincendoli che la Terra stava subendo l’invasione di una bellicosa flotta di astronavi marziane.
    Troppo virtuoso per cadere in paranoie esibizionistiche, troppo esibizionista, originale e intellettuale per sfociare in virtuosismi eccessivi e frivole banalità, nel 1941, a soli ventisei anni, aveva cambiato radicalmente il modo di usare la cinepresa con il lungometraggio che ancora oggi è considerato da molti critici il più gran capolavoro della storia del cinema: Quarto Potere (Citizen Kane). Cosa significa quarto potere? Dal punto di vista puramente sociologico, viene denominato quarto potere la capacità dei mass media di influenzare le opinioni, ideologie e scelte della popolazione/elettorato. Quarto Potere è un film sia politico che filosofico, il regista condanna, senza risparmiare nessuno, il sistema capitalistico americano e il modo di ‘’fare stampa‘’ durante il periodo precedente e successivo alla grande depressione degli anni trenta. L’intera opera è come un puzzle, si ricostruisce lentamente la vita di Charles Foster Kane (soggetto ispirato al magnate della stampa W.R.Hearst ) cercando di risolvere l’enigma della parola da lui pronunciata in punto di morte. Welles, con un uso sapiente del paradosso, si propone di porre un problema piuttosto che risolverlo, ogni informazione si traduce nell’informazione contraria, e tutte le definizioni del protagonista sono vere e false allo stesso tempo. L’essenza di Quarto Potere, in altre parole, è il fatto di essere più uno spettacolo illusionistico e ‘’un gioco di specchi’’ che un’opera cinematografica; da qualunque punto di vista lo si consideri, esso risulta una contraddizione: Kane è allo stesso tempo il tutto e il nulla, un comunista e un fascista, un benefattore e uno speculatore, disprezza i capitalisti ma si sente ancor più a disagio tra i lavoratori. Come già detto in precedenza, il cittadino Kane presenta diverse analogie con Hearst, il crociato della stampa americana, l’uomo sempre pronto ad affrontare il baluardo di Wall Street (quando questo poteva servirgli). Welles lo attacca duramente (anche se indirettamente), e più in generale critica la tendenza dei media a inquinare e distorcere la realtà tramite una complessa rete di inganni; il film ci fa toccare con mano tutte le contraddizioni della democrazia americana. Kane (Hearst) trasforma il piccolo giornale di cui viene fortunosamente in possesso in qualcosa di moderno, promettendo mari e monti ed eleggendosi cavaliere del popolo e difensore dei diritti dei cittadini. Egli riesce lentamente a farsi strada in politica, promettendo nella scena più bella del film (che ho riproposto come copertina del giornale) di proteggere i lavoratori, i diseredati e i mal pagati e di nominare una commissione speciale che indaghi sulla passata amministrazione (le ultime parole famose). Egli, già convinto di essere eletto, non ha però fatto i conti col rivale politico che, scoperta la sua relazione con una ballerina, tramite la stampa crea uno scandalo impedendo a Kane di salire sulla poltrona di governatore (in Italia non funziona così, a volte, per scandali ben peggiori, si può ambire a qualunque carica). Il protagonista è così inghiottito dal sistema che lui stesso ha messo in moto, Kane è vittima di Kane, perché lui stesso è il sistema. Analogamente, il protagonista, con la nascita del giornalismo d’assalto e delle ‘’comunicazioni di massa’’ successivi alla grande depressione è nuovamente schiacciato da un meccanismo che non riesce più a comprendere. Detto questo, pensate davvero che Quarto Potere sia l’opera di un folle visionario? Pensate davvero che la manipolazione del pensiero dei cittadini non sia mai esistita o, quanto meno, che non sia un problema attuale? Al contrario, in questi ultimi anni, il sistema ha raggiunto un livello di complessità a dir poco spaventoso. Il modello di propaganda (1988) di Noam Chomsky spiega molto dettagliatamente il tentativo dei media di modellare la mentalità del popolo distorcendo la realtà. La teoria postula tre ‘’filtri’’ fondamentali, determinanti il tipo di notizie che vengono alla fine pubblicate: proprietà, introiti e fonti di notizie. Il filtro proprietà si basa sul fatto che tutti i media dominanti sono enormi corporation, queste aziende possiedono forti interessi che potenzialmente possono essere influenzati sfavorevolmente se alcune informazioni venissero divulgate. In secondo luogo, i mass media di maggior diffusione dipendono pesantemente dagli introiti pubblicitari per sopravvivere. Tutte le stazioni televisive e i network possiedono persone che tentano di vendere i loro programmi alle aziende cercando di convincerle che questi soddisfano i loro bisogni. Infine l’autore sostiene che la stampa necessita di un flusso enorme di informazioni per soddisfare la richiesta giornaliera e che questo compito può essere svolto solo da settori finanziari e enti governativi. A causa di interessi economici comuni si può quindi dedurre che esista una qualche ‘’simbiosi’’ tra media e parti del governo. Riguardo a ciò, Chomsky afferma:’’è molto difficile dare del bugiardo alle autorità da cui si dipende, anche se queste mentono spudoratamente’’. Il pericolo principale per la democrazia risulta quindi la mancanza di pluralismo che ostacola la possibilità dei cittadini/elettori di formarsi tramite notizie non filtrate e di attuare delle consapevoli scelte informate. In conclusione, l’opera cinematografica wellesiana e il modello di Chomsky non sono valutabili come teorie strampalate o tentativi di inquinare la realtà tramite un sapiente lavoro di disinformazione, bensì come verità preoccupanti e spaventose. Quando ci sono in gioco enormi interessi, dubitate di tutto ciò che vi viene detto, informatevi da più fonti, fate un’attenta analisi guardando il problema da diversi punti di vista, in questi casi la linea che divide il vero dal falso è veramente sottile.

    Edited by * gIoRgInA * - 14/7/2009, 15:06
     
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