APRèS LA CLASSE - Intervista

dal SECONDO NUMERO dell' Alternatore

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  1. * gIoRgInA *
     
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    Come forse saprete venerdì 28 novembre gli Apres la Classe hanno suonato in Fucina Controvento.
    La staff de “L’Alternatore” ha avuto il piacere di intervistarli per voi.

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    Da dove deriva il vostro nome?
    È innanzitutto in francese perché Cisco è mezzo francese e mezzo italiano, per lui quella di scrivere in francese è un po’ una necessità, non è stata una forzatura.
    Si cercava un nome che esprimesse lo spirito del gruppo, significa “dopo la scuola” più che “oltre la classe”, e si sa che è dopo le ore di lezione che inizia il divertimento.

    La vostra musica non si riesce molto ad iscriverla in un genere, voi come la definireste?
    Non lo sappiamo neppure noi. Ci siamo sbattuti parecchio tempo per trovare un termine, dopo un po’ ci siamo posti una domanda “perché dobbiamo trovare per forza un termine?”, sembrava tentare di schematizzare la nostra musica. Sicuramente si può definire patchanka, nel senso che ci stanno diversi generi mischiati, con cambi repentini. Di sicuro non è ska, ma neanche reggae, né rock.

    Cesco preferisce cantare in francese o in italiano?

    È indifferente. Dipende soprattutto da cosa si deve esprimere e poi anche dalle sonorità delle basi su cui deve cantare. Se sente che la cosa è un po’ più “di classe” canta direttamente in francese, quando si tratta di argomenti un po’ più pesanti e amari in italiano o in dialetto.

    Come vi siete incontrati?
    Il gruppo ha avuto alcuni cambiamenti negli anni, cmq ci siamo incrociati sulla strada musicale, appunto perché Cesco e Puccia li abbiamo incontrati mentre suonavano musica popolare, pizzica in giro nel Salento, a me hanno incontrato mentre suonavo in un altro gruppo, suonavo musica popolare col contrabbasso e il basso acustico, cose un po’ sperimentali. Abbiamo iniziato a collaborare e ci siamo trovati subito in sintonia assoluta, è stata una cosa naturalissima.

    Avete collaborato con Sud Sound System e Caparezza. Da dove sono nate queste collaborazioni?

    Cosa hanno portato a voi e alla vostra creazione musicale?
    È stato tutto molto naturale. I Sud si sono avvicinati a noi con curiosità, hanno capito che la nostra era una realtà che stava crescendo. Eravamo entrambi molto contenti di questa nuova realtà salentina che stava esplodendo. Si sono approcciati a noi come degli amici e da lì le collaborazioni sono nate naturalmente. Con Caparezza lo stesso. Abbiamo collaborato con lui ancora nel primo cd, quando non era ancora famoso, prima della sua uscita con “Fuori Dal Tunnel”, quindi era una cosa di stima più che di convenienza. Lo stimavamo e lo stimiamo molto. Quando stiamo in giro, ci becchiamo, sale sul palco improvvisamente. È bello così. Ci conosciamo da molto prima del successo, siamo amici, non si tratta assolutamente di rapporti di convenienza. Anche con i Negra (Negramaro) ci conosciamo da quando suonavano sui palchetti con venti persone davanti.

    State lavorando a qualche nuovo progetto?

    Si, stiamo lavorando al nostro nuovo cd e stiamo puntando su di esso tutte le nostre forze, tutte le nostre esperienze da dodici anni a questa parte.

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    Come fate a trovare il tempo per lavorare a questo nuovo progetto? Avete numerosissime date, siete sempre in giro!
    Approfittiamo dei brevi periodi tranquilli. Ad ottobre novembre le date iniziano a calare, si
    suona solo nei fine settimana, poi pure gennaio è un momento piuttosto calmo …
    Comunque quest’anno abbiamo deciso di fermarci proprio, da gennaio ci prenderemo un po’ di mesi e decideremo se uscire col cd d’estate o addirittura l’inverno prossimo … cosa che non abbiamo mai fatto, per più di due mesi non ci siamo mai riusciti.
    Questa volta ci stiamo seriamente provando perché il cd nuovo richiederà più lavoro rispetto agli altri.

    A gennaio suonate a Cracovia per la giornata della memoria, avete scelto vuoi di suonare li? Che significato ha per voi la giornata della memoria?
    A Cracovia siamo già stati invitati a suonare, abbiamo fatto un live, che oltretutto abbiamo avuto il piacere di condividere con Cisco e con Paolini, l’uomo dei segreti gialli. Stavamo tutti insieme in una comitiva, è stata un esperienza. A livello musicale suonare fuori dall’Italia è sempre emozionante, suonare davanti a persone che non ti conoscono e vedi proprio la curiosità negli occhi di chi ti guarda. A livello personale è una cosa (visitare i luoghi storici dello sterminio degli ebrei, ndr) che andrebbe fatta soprattutto da ragazzi della nostra/vostra età, quando si è alla ricerca di qualche emozione. Dopo un’esperienza simile si torna a casa con le lacrime agli occhi, quando si vedono dal vivo le immagini dei libri e ciò che ci sta scritto è qualcosa di surreale. Ci hanno chiamati quest’anno per la seconda volta, andiamo con tutto il cuore.

    I vostri testi non toccano direttamente gli avvenimenti politico-sociali. Cercate comunque di far pensare le persone anche se indirettamente?
    Il nostro non è un progetto schierato politicamente, non è marcata questa cosa. È piuttosto appunto una denuncia alle cose che non vanno, chiaro che è meglio lasciar intendere che dire direttamente.

    Sperate che la vostra musica possa dare un po’ di speranza a questo paese che ha perso un po’ la scia?
    In verità speriamo che sia il paese a dare a noi un po’ di speranza!!

    Cosa cambiereste di questo paese?

    Tante, tante cose cambierei. Per prima cosa il modo di pensare. Dobbiamo iniziare a pensare un po’ di più a chi ci sta in fianco. Invece in Italia si pensa sempre solo a se stessi in ogni cosa che si fa. Questo accade dovunque, dalla discografia e la musica alla politica. In Italia siamo campioni del mondo di egoismo.


    Per leggere l’intervista completa visita il nostro MySpace: Alternatore MySpace

    Edited by * gIoRgInA * - 17/7/2009, 14:37
     
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