FEDERICO ALDROVANI, UN NOME COME TANTI

dal PRIMO NUMERO dell' Alternatore

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. * gIoRgInA *
     
    .

    User deleted


    Il 25 Settembre è ricorso il terzo anniversario della morte di Federico Aldrovandi .
    Federico Aldrovandi , un nome ritornato per pochi minuti , secondi forse , sulle bocche dei giornalisti televisivi o accompagnato da poche righe tra le prime pagine di certi quotidiani nazionali .
    Un nome ripescato da tre anni di silenzio e omertà per ricordare appena una ricorrenza , non una persona.

    image

    Un nome che per molti non ha mai significato nulla .
    Non ha significato nulla per i suoi assassini , per chi avrebbe dovuto svolgere le indagini , per tutta quella marea di cittadini dello stato italiano a cui è stata negato il diritto di porsi degli interrogativi , il diritto di indignarsi di fronte a un atto criminale commesso proprio da chi , gli atti criminali , è pagato per prevenirli ed annientarli .
    Federico Aldrovandi , “Aldro” per gli amici , ha 18 anni appena compiuti , un esame per la patente da superare di lì a poco , una casa sicura alla periferia di Ferrara in cui far ritorno dopo una serata passata con gli amici .
    Aldro esce di casa , la sera del 24 Settembre , per recarsi al “Link” , centro sociale bolognese dove è in programma una serata reggae .
    Il concerto viene annullato ma la compagnia decide di trascorrere lì la serata . Chiacchiere ,risate ,un paio di birre , probabilmente una pasticca o qualcosa del genere .Nulla di letale comunque , né di troppo forte , come confermeranno poi gli esami tossicologici effettuati durante l’autopsia.
    Federico fa ritorno a Ferrara con gli altri in macchina , ma decide di tornare a casa a piedi . E’ tardi , quasi mattina , ma non ha voglia di rincasare subito .
    All’altezza di via dell’Ippodromo Aldro viene fermato da una volante della polizia . A bordo ci sono il capopattuglia Enzo Pontani (1961) e l’agente Luca Pollastri (1970) . Poco dopo arriverà un’altra volante , di “rinforzo” , chiamata dal capopattuglia Pontani .A bordo ci saranno altri due agenti : Paolo Forlani (1961) e Monica Segatto (1964) .Sono le 5.47 del 25 Settembre 2005 .
    Alle 6.10 è già tutto finito .
    Attorno alle 8 del mattino la madre di Federico si sveglia e , non trovandolo , lo chiama al cellulare . Nessuna risposta .
    Più tardi è il padre a provare a contattarlo . Federico ha memorizzato il numero del papà semplicemente come “Lino”.
    Qualcuno risponde : è un ufficiale delle forze dell’ordine .
    Afferma che stanno svolgendo degli accertamenti in merito a un cellulare rinvenuto su una panchina .
    Alle 11 passate l’annuncio alla famiglia da parte di un amico carabiniere : Federico è stato ritrovato senza vita , un malore dovuto alla droga l’ha stroncato a pochi isolati da casa , dicono . La notizia appare così come nella prima versione della procura anche sul quotidiano locale il giorno seguente .
    Ma c’è sangue dappertutto , anche se qualcosa si è già premurato di coprirlo con della segatura. Aldro è stato ritrovato con la testa rotta , contusioni e segni di violentissime percosse su tutto il corpo , lo scroto schiacciato .
    La versione della procura cambia : autolesionismo.
    Il tossico si è massacrato la testa da solo , sbattendola contro un palo della luce più e più volte e quattro poliziotti adulti , chiamati da una donna spaventata dai rumori del ragazzo , non sono riusciti a fermarlo .
    Droga ,alcol ,depressione tardo- adolescenziale , nichilismo di quella nuova generazione ha tutto e subito e non si accontenta mai.
    Però c’è di più . C’è qualcosa che manca , che verrà alla luce inquietante e confusa solo dopo i primi esami clinici sul cadavere del ragazzo.
    Aldro è morto per insufficienza respiratoria acuta , dovuta allo stress per una forte , fortissima , compressione della cassa toracica . Il suo cuore di 280 grammi non ha retto ai ripetuti sforzi (gasping , esiste anche un termine tecnico) per respirare . Non è stata la droga .Inoltre , si viene a sapere che per ben sei ore il corpo di Federico è stato lasciato sull’asfalto di via dell’ Ippodromo prima di essere trasportato all’obitorio con il conseguente annuncio alla famiglia .
    Vengono interrogati i quattro poliziotti coinvolti nella vicenda , tutti e quattro , concordemente , affermano di essersi imbattuti nel ragazzo in evidente stato confusionale , precedentemente allertati dalla telefonata di cui sopra . I quattro , vedendo nel diciottenne un pericolo , non avrebbero potuto fare altro che stenderlo , immobilizzarlo ed ammanettarlo , prima che le sostanze stupefacenti ingerite quella sera lo stroncassero di colpo .
    Una deposizione poco convincente che diviene spaventosa all’esame dei vestiti che Federico aveva indossato quella sera , zuppi di sangue tanto da non riconoscerne più il colore , e da quello dei quattro manganelli usati dagli agenti quelle mattina , due dei quali spezzati di netto dalla forza dei colpi inferti.
    In una successiva udienza , Pontani affermerà che fu Federico stesso a rompere gli sfollagente con un calcio, ma forse di questo è meglio non parlare , evitando di insultare l’intelligenza di chi legge .
    L’unica testimone della tragedia è Anne Marie Tsegueu , immigrata residente in via dell’ Ippodromo , svegliata dalle luci e dai rumori delle volanti dirimpetto al suo balcone . In un primo momento Anne Marie affermerà di aver visto Federico aggredire gli agenti e questi reagire di conseguenza , salvo poi ammettere di aver volontariamente mentito per paura di ritorsioni che potessero coinvolgere il suo permesso di soggiorno , in scadenza all’epoca dei fatti , durante l’incidente probatorio del 16 Giugno 2006 .
    La Tsegueu racconta di aver visto i quattro agenti manganellare e prendere selvaggiamente a calci e pugni Aldro , prima di ammanettarlo disteso pancia a terra , schiacciato dal peso del corpo di uno dei poliziotti mentre gli altri continuavano ad infierire con pedate dirette ai fianchi e schiacciandogli piedi e testa sotto gli scarponi .
    La testimonianza dell’ incidente probatorio è pubblica e consultabile liberamente nel blog che i genitori di Federico hanno aperto dopo la sua morte (federicoaldrovandi.blog.kataweb.it)
    Il racconto di Anne Marie toglie definitivamente gli ultimi dubbi sulla dinamica della morte di Federico , tuttavia non riesce a spiegare molte altre cose , molti altri particolari che connotano questa vicenda come accaduta in Italia e non in qualsiasi altro libero paese occidentale .
    Il racconto di Anne Marie non spiega le telefonate partite dal cellulare di Federico (morto da 13 ore) la sera del 25 Settembre 2005 , dirette verso un numero intestato ad un funzionario di polizia.
    Non motiva il colpevole , colpevolissimo ritardo nell’avvisare la famiglia a decesso avvenuto , né l’altrettanto colpevole ritardo del medico legale , giunto sulla scena del letale pestaggio solo alle 9.30 del mattino , secondo altre testimonianze. Non spiega come le indagini preliminari siano state affidate a tale Paolo Marino , convivente dell’imputata Monica Segatto (!) .
    Non chiarisce perché i video e le foto della scientifica siano state sequestrate dai fascicoli del PM .
    Non spiega perché Marcello Bulgarelli (imputato per la cosiddetta “inchieta bis” relativa all’omicidio Aldrovandi ) , centralinista delle Forze dell’Ordine , non sia stato(e non lo sia tutt’ora) in grado di fornire la registrazione della telefonata ricevuta da Pontani , accortosi dell’irreparabilità del gesto suo e degli altri tre colleghi.
    Non motiva come si possa ancora parlare di legittima difesa dopo che a quattro agenti di polizia adulti sono state riscontrate contusioni alle mani e ai polsi dovute alla violenza dei colpi vibrati , è bene ricordarlo , contro un diciottenne come tanti.
    Non giustifica come gli assassini di un diciottenne come tanti possano ancora continuare ad esercitare la loro professione , chi ancora a Ferrara come Forlani e Pollastri , chi a Padova o a Mestre , come rispettivamente la Segatto e il capopattuglia Pontani .
    Perché Federico “Aldro” era un diciottenne come tanti .
    Non era un drogato , non era né negro né rumeno , non manifestava fedi politiche o calcistiche nel momento in cui è stato massacrato . Non faceva parte di nessuna di quelle categorie con cui è ormai consuetudine prendersela , dire “in fin dei conti se la son cercata , è colpa loro” cercando di non vedere la realtà dei fatti , di tenere la coscienza individuale e quella di Stato pulita e immacolata.
    Proprio per questo , ed è avvilente dirlo , di questo caso di malapolizia (per usare la parola usata dalla madre di Federico , durante il V-Day di Beppe Grillo , uno dei pochi , se non l’unico “personaggio pubblico” che si è occupato della faccenda) si è parlato così poco , niente se non la grandissima civiltà di due genitori , degli amici e di tutti i simpatizzanti che , nonostante tutto , credono ancora nella giustizia e riservano fiducia nelle istituzioni , si è mosso a chiedere verità per Federico .
    Tutti coloro che non hanno messo in dubbio la loro fede nella giustizia di Stato , tutti coloro che hanno deciso di connotare la propria volontà di protestare con metodi pacifici , tesi al dialogo più che allo scontro , sono stati ricompensati con il silenzio mediatico , presi in giro con deposizioni fantascientifiche e mai consolati con una parola , se non di scusa , di conforto da parte delle istituzioni.
    Un abuso di potere omicida come questo da parte delle forza dell’ordine , se avvenuto in un contesto politico-ideologico determinato , come i casi Giuliani e Sandri , avrebbe scatenato reazioni diverse , decise , violente , per molti versi sbagliate e immorali , certo . Reazioni che non avrebbero di certo portato alla verità , a giustizia per Aldro e per tutte le persone che continuano a volergli bene .
    Reazioni che però , ancora più triste dirlo , non avrebbero forse condannato un ragazzo come tanti ad essere uno dei tanti . Incitare alla violenza per chiedere giustizia è profondamente sbagliato ; prendere atto di vivere in un paese dove ogni protesta pacifica e civile viene ignorata finchè non diventa distruttiva e la parte lesa finisce in torto è doveroso.
    Federico Aldrovandi , un nome che per troppo tempo e troppe volte non ha significato nulla , il nome di un ragazzo .



    articolo di Nicolas Mongelli:
    anni 19, studente di Letteratura a Venezia, ex studente del Liceo Classico Marco Polo, abitante del Lido, Fan sfegatato di Venezia e Reyer nonchè giornalista de L' Alternatore.


    Edited by * gIoRgInA * - 17/7/2009, 14:47
     
    .
  2. jAcOpO__PA
     
    .

    User deleted


    E' notizia di oggi: il tribunale di Ferrara ha condannato a 3 anni e 6 mesi i 4 agenti accusati di aver, letteralmente, ucciso Aldrovandi. Vorrei comunque approfittare di questo per riflettere sul significato della pena. Dopotutto, non è una pena "eccessiva"; non viene chiamato in causa il reato di omicidio colposo, tantomeno omicidio doloso: quest'ultimo significherebbe non meno di 21 anni di galera. Cosa c'è di diverso nell'aver ucciso un ragazzo come Federico? E' il distintivo, il manganello a rendere più innocente l'atto di recidere una vita?
    Forse non ci sarebbe quest'amarezza in me, se le condanne fossero accompagnate dalle scuse dei responsabili, dei loro capi, dello Stato, sempre più macchina di controllo repressivo dei propri cittadini, come se fossero tutti schiavi di padroni e padrini impuniti.
     
    .
  3. T A F
     
    .

    User deleted


    la differenza è che se l'anno fatto avranno avuto un buon motivo, suvvia, loro rappresentano lo Stato, loro rappresentato la Giustizia, loro fanno applicare la Legge..

    avranno avuto tutte le attenuanti del caso!
     
    .
  4. stefano_sponsor
     
    .

    User deleted


    http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_...44f02aabc.shtml
     
    .
  5. T A F
     
    .

    User deleted


    mi piace citare, quindi riporto l'articolo che hai linkato:
    CITAZIONE
    Condannati i poliziotti
    per la morte di Aldrovandi
    Tre anni e sei mesi ai quattro agenti accusati di eccesso colposo nell'omicidio del ragazzo di 18 anni

    «Manganelli rotti sul corpo di Federico» di G.M. Mottola

    FERRARA - Il tribunale di Ferrara ha condannato a tre anni e sei mesi i quattro poliziotti accusati di eccesso colposo nell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni morto il 25 settembre 2005 durante un intervento di polizia. Alla lettura della sentenza i genitori del ragazzo si sono abbracciati piangendo e in aula sono partiti applausi.

    I DIFENSORI DEGLI AGENTI: «RICORREREMO IN APPELLO» - «Tutti i processi hanno tre gradi di giudizio, vedremo la coda lunga di questo». Alessandro Pellegrini, uno dei quattro difensori ha fatto questa considerazione uscendo dall'aula dopo la sentenza. «Ciò che dovevo dire l'ho detto al giudice», si è limitato a dire Gabriele Bordoni che aveva creduto fino in fondo su un esito diverso al processo proponendo l'assoluzione degli agenti. Mentre Michela Vecchi ha annuito ai colleghi in merito al fatto che la sentenza dovrà avere il vaglio degli altri gradi di giudizio. Visi lunghi, come è comprensibile dopo la lettura della sentenza da parte dei difensori. Giovanni Trombini è sembrato il più distaccato: «Leggeremo le motivazioni, attentamente e poi proporremo appello». E le sue non sono state solo le solite dichiarazioni di circostanza: «Abbiamo prospettato al giudice ciò di cui eravamo e siamo convinti ossia la totale estraneità dei quattro agenti, che riproporremo in appello». Unico a commentare la sentenza tra gli imputatio, è stato Enzo Pontani (l'altro agente presente era Luca Pollastri, mentre gli altri due erano assenti, uno perchè in servizio al G8 de L'Aquila): «Posso dire che stasera giustizia non è stata fatta. E posso anche dire che io la notte dormo sonni tranquilli, qualcun altro non lo so».

    LA VICENDA - All'alba del 25 settembre 2005 Federico Aldrovandi, 18 anni, era morto su un marciapiede di Ferrara. La ricostruzione della questura aveva sostenuto che stava tornando a casa dopo una serata con gli amici, si era sentito male e dava in escandescenze. Ammanettato dagli agenti era svenuto ed era poi deceduto prima che arrivassero i soccorsi.
    Inizialmente si era parlato di droga, poi di un malore. La madre del ragazzo denunciava invece un pestaggio da parte della polizia. Nel 2006, una foto choc, pubblicata da Liberazione, mostrava i segni di percosse sul corpo del ragazzo e riapriva il caso.

    capisco che la difesa stia semplicemente facendo il suo lavoro..

    • la totale estraneità dei quattro agenti
    • proponendo l'assoluzione

    però mi pare che già così com'è gli sia andata bene.. no?
    certo, poteva andargli meglio.. Liberazione poteva non far saltar fuori le foto, e tutto poteva rimanere nel silenzio..


    comunque ecco un video al riguardo, per i pigri, come me, che prefericono guardare piuttosto che leggere:

     
    .
  6. T A F
     
    .

    User deleted


    dimenticavo..

    il video sul Processo.




    mi spiace che dicano: "una condanna MOLTO PESANTE".. "i genitori sono soddisfatti"


    oh! 3 anni e 6 mesi per quattro AGENTI DI STATO che hanno ucciso un RAGAZZO..

    se vi sembrano corretti provate a vedere altre condanne per omicidio, vi porto un esempio:
    CITAZIONE
    Corriere Medico - 13 marzo 2008
    [...]
    la condanna a nove anni e sei mesi di reclusione per omicidio volontario (articolo 575 del codice penale) a carico di un naturopata che aveva curato con erbe una donna ammalata di tumore al seno
    [...]

    CITAZIONE
    www.lunico.eu

    ROMA – La Cassazione lo scorso 17 aprile ha confermato la condanna a 6 anni e 4 mesi di carcere nei confronti del giornalista Luca Marmigi, accusato della morte di una giovane collaboratrice di una trasmissione televisiva, deceduta a Roma, al Gianicolo, nella notte tra il 23 dicembre del 2004.
    [...]

    credo che, comunque, ogni condanna o pena non ripaghi equamente una vita tolta..
     
    .
  7. sophia91
     
    .

    User deleted


    Il 15 luglio la sentenza di un caso analogo: l'agente Luigi Spaccarotella, che uccise il tifoso laziale Gabriele Sandri, è stato condannato a 6 anni per omicidio colposo...
     
    .
6 replies since 26/4/2009, 16:46   517 views
  Share  
.