Tensione

Dal DODICESIMO NUMERO dell'Alternatore

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Ste the Engineer
     
    .

    User deleted


    Tensione

    Prendiamo i fatti di Milano, ancora una volta un gesto ci fa ragionare su di noi e sul nostro Stato. Questa volta il gesto di un pazzo, ma pur sempre un atto violento ha innescato un dibattito di grande portata mediatica. Qualcuno dice che Berlusconi è una vittima, lui dice di essere un miracolato, qualcuno dice che si è meritato il dolore che ha provato, qualcuno dice che ha architettato tutto, i più – da una parte e dall'altra – dichiarano che in ogni caso il gesto è da condannare perché violento.
    Nonostante il gesto sia opera di uno squilibrato bisogna notare che ha delle radici nel nostro clima politico. Un clima che è senza dubbio di poca serenità, Napolitano stesso ha invitato a non alimentare le tensioni, ad agire nel rispetto della Costituzione e a tornare a un confronto civile tra le forze politiche e le istituzioni; perché bisogna notare che in questo momento la civiltà manca. Da poco tempo a questa parte i toni si sono inaspriti, per fare un esempio si può pensare alle dichiarazioni sulla Chiesa di Calderoli rivolte al Cardinale Tettamanzi o anche semplicemente alle irrispettose affermazioni del Premier su una fantasiosa faziosità della Corte Costituzionale, per il parere negativo rispetto al Lodo Alfano.
    Naturalemnte, come prima cosa sarebbe utile ricercare i motivi di ciò. Nella mia opinione il motivo principale sta in un impoverimento dei valori e soprattutto degli ideali. Come faceva notare Cacciari in un'intervista rilasciata allo stesso Alternatore basta guardare agli stessi fatti politici attuali per capire che al giorno d'oggi non esistono figure politiche del livello di Berlingur, Moro, De Gasperi.
    Questo è a mio parere una dimostrazione del fatto che gli ideali sono sempre meno parte del dibattito politico nazionale, che ha perso la sua cultura e si è diretto verso un confronto più materiale. In questo senso Napolitano fa da moderatore e richiama la nostra politica con un monito ciceoniano nel suo contenuto. Agire sì, ma nel rispetto delle istituzioni. In effetti il nostro è uno specchio, di certo molto meno tragico e violento, della Repubblica romana in crisi. La confusione politica e le coalizioni che si fanno e si disfano riportano a quel clima di tensione nel quale in Italia siamo passati molte volte.
    Una cosa, comunque, è certa. Questo stato per uscire dalla sua situazione di stallo ha bisogno di un netto cambiamento di rotta verso la collaborazione e il dibattito costruttivo. Questo cambiamento di certo non verrà da sé, ma portando nuove idee nello stato. La partecipazione della massa è quello che può risollevare le sorti di un dibattito politico ormai arrugginito.
    Forse potremmo individuare la soluzione in due parole chiave: rispetto, attivismo.


    di GIACOMO BATTISTON
     
    .
0 replies since 18/2/2010, 14:46   56 views
  Share  
.